Quando mi sono ammalato ero solito rappresentare ed immaginare il mio cammino pensando ad una montagna da scalare. Più il tempo passava e più salivo lungo i sentieri sempre più ripidi di questo monte immaginario. All’inizio pensavo che la vetta che avrebbe rappresentato l’inizio della discesa sarebbe stata l’intervento. I due mesi di gesso successivi mi avrebbero ben presto fatto capire quanto mi sbagliassi. La vetta era ancora lontana sessanta giorni, giorni in cui il sentiero era più ripido che mai. Da lì in poi è stato una continua discesa. Prima veloce, poi più graduale. Adesso piuttosto lenta. La fine del sentiero è ancora a tre anni di cammino ma è come se fossi arrivato alla fine di questo percorso. Quello che mi aspetta è una lenta, costante e rassicurante discesa.
Ben detto!
4p
Esatto
Esatto
Gli alpinisti dicono sempre che la vetta non è la meta, ma lo è il rientro al campo base, e tu sei su quella strada, bravo!
Una discesa serena, una discesa che questa volta ti permetterà anche di apprezzare il panorama, tutto ciò che è intorno è vita…
E’ una bellissima metafora, buonissima discesa, caro Marco!